Orte durante la Seconda Guerra Mondiale: intervista a nonna Rosanna
- Emma Q.
- 25 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 10 giu

Tra le righe di questa intervista potrete conoscere meglio le emozioni e le vicende degli ultimi anni di guerra, ormai poco più di ottanta anni fa. Rosanna Cifoletti, mia nonna, che a quei tempi aveva quasi 5 anni, risponderà alle mie domande su come ha vissuto quel periodo ad Orte, nella sua confortevole casa in compagnia di un piccolo cammino e una bella tazza di cioccolata calda fatta in casa…e…una o più (forse) fette di ciambellone.
Una delle prime domande che mi sorge spontanea è: come ti senti a dover riaffrontare e ripensare a queste vecchie vicende?
Molte volte ci sentiamo impotenti davanti a tragedie come queste…io ero comunque molto piccola, quindi essere allontanata all’improvviso dalla mia casa per andare da qualche parte per proteggerci ha avuto un impatto molto brusco su di me, che ero una semplice e docile bambina.
Anche se avevo 5 anni oggi riesco a raccontarvi ancora queste cose, in quanto hanno lasciato un tatuaggio indelebile nei miei ricordi. In un aggettivo lo potremmo definire “pungente” come la punta di un coltello…forse sembra un'immagine molto cruda, ma a volte penso che per far capire meglio agli altri delle vicende bisogna fare degli esempi che riescono a raffigurare esattamente quello che gli stai raccontando.
Ti sei mai rifugiata in qualche grotta, nelle vicinanze del fiume o in qualche altro luogo?Il 29 agosto 1943, giorno del terribile bombardamento, mi rifugiai in una grotta interamente buia…avevamo dormito sulla paglia tutta quella notte; si trovava verso Amelia, era umida e io volevo tornare a casa mia al caldo e a dormire nel mio letto senza essere sporca di terra.
C’erano tante persone lì dentro, ognuno aveva il suo angoletto, ma io ero quella che protestava maggiormente…i miei genitori non mi sopportavano più, infatti alla luce del giorno dopo siamo ritornati a casa. Trascinavo la valigia ovunque urlando e piagnucolando per tutto il tempo.
Ci sono state, e se sì, quali sono, delle vicende in particolare che ricordi ancora?
Ce ne sono state due che ad oggi ancora riesco a ricordare: io stavo già dormendo da un bel po’ e nella notte sono stata svegliata dalle botte che davano questi soldati tedeschi sulla porta di casa per buttarla, giù in quanto i miei genitori non volevano aprirla. Alla fine sono entrati in casa e si sono messi a girare per tutte le camere in cui c’era un letto perché cercavano un materasso da portare via; ma il problema era che erano tutti matrimoniali tranne uno, quello in cui quella sera dormiva mia nonna, era l’unico singolo e hanno cominciato a trascinarlo per tutta la casa, ma mio padre non voleva lasciarglielo.
Loro tiravano da un lato e mio padre dall’altro ma c’era una differenza tra i due: erano armati e avevano iniziato a pronunciare parole in tedesco; noi non le capivamo ma sicuramente non era nulla di buono e alla fine se lo sono portato via.
Dopo quella notte c’è stato un altro episodio: una mattina presto volevano il latte e noi avevamo qualche mucca, papà ogni mattina le andava a mungere e esse non avevano mai fatto storie, ma quando venne accompagnato da questi tre o quattro soldati, le mucche si erano spaventate così tanto che non facevano uscire il latte. Pensa quanto erano crudeli: riuscivano a mettere paura anche a quelle povere bestie!
Le altre persone del paese erano agitate o rimanevano abbastanza calme, riuscendo a controllare la propria ansia?
C'era giusto qualche signore che riusciva a tenere veramente testa a questa situazione: le donne avevano paura per i propri figli e gli anziani erano abbastanza tranquilli, in quanto molti avevano già vissuto vicende simili. Io ero abbastanza terrificata dagli sguardi assenti o impanicati della gente.
Nessuno avrebbe mai immaginato di vivere un periodo di questo genere ma la cosa più brutta forse è stata osservare il panico degli altri, dei miei coetanei che non riuscivano a capire la gravità della situazione.
Sei mai stata in contatto con qualche soldato?
Qualche volta: molte botteghe stavano cominciando a chiudere e le poche che erano rimaste aperte rimanevano un po’ più lontane da casa mia quindi, quando ero a casa di mia nonna, che abitava sulla strada per andare verso Amelia, percorrevo la discesa e andavo al camion dove c’erano questi soldati e compravo con qualche spicciolo il sale. Parlavano in tedesco ma per i soldi trovavano il modo di dirti quanto dovevi pagare…a volte con le dita o altre volte te lo scrivevano su un piccolo pezzetto di carta.
Quanto erano frequenti i rumori delle bombe?
Ogni tanto avvenivano, non ogni giorno ma alcune volte erano di più e altre di meno. In un bombardamento tuo nonno ha perso una zia e una cugina che, abitando vicino alla stazione, si erano rifugiate lì vicino e quel giorno la grotta in cui si trovavano è stata centrata in pieno e la sera stessa lo abbiamo saputo. Come penso già sai ci sono stati dei punti più presi di mira, ma per fortuna il luogo dove io ero andata quella notte non è stato mai attaccato.
Fino a dove si riusciva a sentirli?
Come già ti ho detto prima, mia nonna abitava nei dintorni di Amelia e mi ricordo ancora che alcune mattine presto mi svegliavo con i bombardamenti che sentivo provenire da Orte Scalo. Una cosa veramente terrificante pensare quanto rumore riuscivano a provocare, facendo morire di paura tutti quanti, senza contare la distruzione.
Quando tutto si era concluso, ricordi ancora i danni che sono stati provocati?
Alcuni soldati erano accampati vicino a casa mia ma non hanno distrutto nulla di nostro, invece la stazione era completamente sottosopra: è stato un duro colpo per Orte, in quanto ancora oggi rimane un grande punto forte del nostro paese. Dopo un po’ di tempo sono riusciti a ristrutturarla ma in quel periodo di tempo in cui era distrutta non era facile spostarsi. Io andavo quasi ogni fine settimana da mia zia a Terni: aveva un'oreficeria e andavo a trovarla al lavoro, ma in quel periodo rimanevo molto male per il fatto che non la riuscivo a vedere così frequentemente come prima.
Conclusione
Spero che con questa intervista sia più chiaro il quadro riguardante la guerra e i bombardamenti di quel tempo e anche il motivo per cui oggi troviamo nel cuore di Orte Scalo, in Piazza 29 agosto 1943 un monumento ai caduti con una lunga lista di nomi. In quel tragico giorno morirono 117 civili.
Grazie, nonna Rosanna per la tua testimonianza!