La Fornace di Laterizi a Orte Scalo
- 9 giu
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Aggiornamento: 10 giu

Introduzione
Il territorio di Orte è ricco di argilla che è stata sfruttata come materia prima per la fabbricazione di materiale edilizio fin dall’antichità. In epoca romana, con ogni probabilità in prossimità della rupe di Orte, erano attive delle fornaci che avevano il nome di Figlinae Subhortane e che furono attive dall’età dell’imperatore Traiano a quella dell’imperatore Antonino Pio. Non si conosce ancora con precisione il luogo dove queste fornaci si trovassero; il loro nome e il loro periodo di produzione è testimoniato dai bolli, i marchi di fabbrica impressi su tegole e mattoni in argilla, prima della cottura. I bolli documentano anche che i prodotti di queste fornaci erano destinati al mercato di Roma dove giungevano grazie a zattere e barconi trasportati dalla corrente del Tevere. In molti edifici dell’antica Roma, infatti, sono stati ritrovati dei materiali edilizi su cui compaiono proprio i bolli con il nome delle Figlinae Subhortanae.
La vecchia fornace di laterizi a Orte Scalo
La fornace è una fabbrica che produce mattoni ed altri prodotti per la costruzione delle case. I mattoni vengono realizzati lavorando il materiale grezzo, cioè l'argilla, in stampi e modellandolo con le mani. Poi il prodotto così ottenuto viene infornato ad alte temperature e cotto.
La fornace di Orte Scalo è stata costruita nel 1910, nel luogo dove ora si trova un parcheggio e il centro commerciale con la Banca Intesa, nello spazio tra la Piazza 29 agosto 1943 e la Piazza Donatori di Sangue.
Dalle foto dell'epoca si vede bene che era una fabbrica bassa, formata da quattro caseggiati e provvista di una ciminiera alta circa 50 metri. La fabbrica produceva laterizi e vi hanno lavorato per generazioni molte persone di Orte Scalo.
Il caseggiato principale e più grande della fornace aveva il tetto a volta e occupava la zona che dal muro di fondo di Piazza Donatori di Sangue, arriva fino alla Piazza 29 agosto 1943. Vi erano poi tre caseggiati più piccoli con tetti spioventi, con al centro l'alta ciminiera.
La costruzione fu distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale quando i bombardamenti interessarono la zona di Orte Scalo, importante snodo ferroviario.
In occasione del Piano Husky e Strangle sulla zona vennero effettuate molte incursioni aeree dal 1943 al 1944 e Orte Scalo venne bombardata più volte.
Il bombardamento peggiore fu quello del 29 agosto 1943 quando la formazione B.17 causò moltissimi morti tra i cittadini che si erano rifugiati in vari luoghi, tra cui la località San Nicolao dove si trovava una chiesa ed un monastero francescani.
Finita la guerra, venne avviata la ricostruzione di Orte Scalo e dei suoi edifici e quindi venne ricostruita la fornace nel luogo dove era stata costruita.
Il nuovo edificio serviva come il precedente alla produzione di laterizi, ma aveva caratteristiche diverse: invece del grande caseggiato centrale con tetti spiovente venne costruito un nuovo corpo con tetto arrotondato. La ciminiera invece era rimasta al suo posto senza gravi danni.
La nuova costruzione funzionò per altri anni dopo la guerra, dopodichè la sede fu spostata subito a monte della strada Provinciale che collega Orte ad Orte Scalo, lungo i fianchi della collina. Questa nuova sede subì un incendio nel 2022/2023.
I locali della fornace di Orte Scalo invece vennero utilizzati prima dal mobilificio Labrecciosa di Orte, poi come fabbrica di salumi ed infine come fabbrica di avvolgimento di motori elettrici, ma non vennero più utilizzati come fornace.
Con la crescita demografica di Orte, Orte Scalo diventa un luogo molto ambito per la presenza della ferrovia; per questo, all'epoca dell’espansione edilizia, si cercano nuovi spazi per la costruzione di abitazioni.
Negli anni '90, pertanto, la fornace venne abbattuta e al suo posto fu costruito un grande centro commerciale con locali e negozi al piano terra, abitazioni ai piani superiori e garage interrati.
Molte fotografie sono state scattate prima e durante la demolizione dei caseggiati e della ciminiera che era ormai parte integrante del paesaggio urbano di Orte Scalo. La ciminiera fu demolita in due fasi principali: la parte più alta fu rimossa a mano, mattone per mattone, mentre la parte bassa, alta all'incirca 20 metri di altezza, fu abbattuta dal basso.
Della vecchia fornace oggi rimangono solo le testimonianze orali delle persone che vi lavoravano, vecchie fotografie, ed alcune parti del muro perimetrale che sono visibili su due lati della Piazza Donatori di Sangue: un tratto di muro con l’attacco di una volta a botte realizzata in mattoni, si conserva subito dietro il muro di fondo della piazza; un’altra grande porzione di muro è visibile ai lati della piazza, verso il caseggiato del Palazzo dei Ferrovieri.
Si tratta di murature caratterizzate da filari di pietre calcaree alternati con regolarità a quattro file di laterizi, di cui abbiamo prelevato qualche campione. Nel tratto di muro, ora immerso nella vegetazione, che si trova alle spalle del lato di fondo della piazza, abbiamo notato la presenza di un arco in laterizi, appartenente ad una struttura che doveva essere utilizzata in una delle fasi produttive della lavorazione dell’argilla.
I materiali per la produzione dei mattoni, acqua e argilla, si trovano abbondantemente sui fianchi della collina alle spalle della fornace; nell’area della cava da cui era estratta l’argilla si osservano ancora dei mattoni abbandonati e un basamento da cui partivano in discesa i carrelli che trasportavano l’argilla fino alla fornace.
Bibliografia
E.M. Steinby, La cronologia delle figlinae doliari urbane, dalla fine dell’età repubblicana fino all’inizio del III secolo, in BCom, LXXXIV, 1974-1975, pp. 7-132.