Monumento ai Caduti del 29 Agosto 1943
- Emma Q., Manuel, Emma M., Lorenzo
- 21 mag
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 10 giu
Il 29 agosto 1943 Orte Scalo fu teatro di una vera e propria strage: eravamo in piena Seconda Guerra Mondiale e un bombardamento aereo delle forze alleate causò la morte di 117 civili seminando orrore e distruzione.
Rimase miracolosamente in piedi la chiesa dei Santi Giuseppe e Marco, appena finita di costruire.
Il parroco, Padre Geremia Subiaco, dell’Ordine dei Frati Minori, decise così di accogliere i cadaveri all’interno dell’edificio, dove ancora oggi è presente una lapide in ricordo delle 117 vittime.
Padre Geremia, per volontà unanime della popolazione, fu successivamente nominato presidente del Comitato per la Ricostruzione.
Nel 2005 la Città di Orte ha ricevuto la medaglia al valore civile in memoria del sacrificio delle vittime.
Nella motivazione del Decreto di concessione si legge: “La medaglia di bronzo rappresenta un tangibile riconoscimento al sacrificio di numerose vittime civili dei bombardamenti dell’ultimo conflitto, dai quali è derivata la quasi totale distruzione dell’abitato e delle strutture industriali e commerciali di Orte Stazione”.



Oggi un monumento ricorda il tragico evento: si trova in Piazza 29 agosto 1943, vicino alla stazione di Orte Scalo. Una bomba inesplosa vicino ai binari della stazione è stata collocata accanto ad un'alta lapide che porta scritti i nomi di tutti i caduti, per non dimenticare.
Ricostruendo i fatti, quel giorno un gruppo di bombardieri americani si diresse verso la stazione ferroviaria di Orte Scalo, obiettivo già ripetutamente colpito.
Ma qualcosa andò storto e, anziché concentrarsi solo sulla stazione, le bombe caddero anche sulla collina sovrastante e sulla piana del Tevere, dove la popolazione era solita rifugiarsi in caso di attacco aereo.
Ogni anno viene fatta memoria di questa giornata attraverso due cerimonie, una religiosa e una civile e viene deposta una corona d'alloro con la partecipazione delle autorità civili e militari, del Comitato Onoranze ai Caduti e delle Associazioni di Combattenti, e Reduci e d’Arma.
Mario Pucci, che visse direttamente l’esperienza della guerra e della ricostruzione della stazione ha scritto il Diario La lunga notte e l’alba, che testimonia quanto accaduto ad Orte negli anni 1943-1944.
Desideriamo ricordare questo doloroso evento con un componimento poetico di un testimone diretto di quella domenica 29 agosto 1943 scritto da Angelo Pastura:
Ricordi del 29 Agosto 1943
Il terreno tremava sordamente
ed un tedesco, come noi bagnante,
uscì dall’acqua in modo ‘sì veemente
da destar la sorpresa in ogni astante.
E poi scomparve in men che non si dica
urlando a squarciagola: “flica! flica!
Quella parola, che pur io compresi,
per gli aerei esprimeva gran terrore
ma da inesperti lì noi fummo presi
da incosciente quanto ilar stupore.
Anzi, qualcun gli disse: “Sii sereno!
E’ il rumore del transito del treno!
Ciò perché eravamo alla “cannara”,
ove il foro non è troppo lontano,
per cui un treno avente grossa tara
poteva causar il rumore strano.
Qualcuno disse: Il “doic” ha ragione;
si vede il fumo sopra la stazione!
Allor di corsa allo “scalo”andai
ove vidi scene allucinanti;
son scene che non ho scordato mai:
morti, macerie e urla laceranti!
Ma soprattutto nella bella chiesa
di morti ce n’erano un’estesa!
Cento e più corpi privi della vita
giacevano a terra senza bare
mentre la Madonna “inorridita”
sembrava li guardasse dall’altare!
L’avea disposti lì una mano pia:
fu quella del buon padre Geremia!
Di tempo dal quel giorno n’è trascorso
ma tutt’oggi persone “intelligenti”,
senza provar nell’animo rimorso,
con le guerre massacrano innocenti!
E’ l’atavico istinto di Caino
che trasforma l’uomo in assassino!
Angelo Pastura – Orte 18 Maggio 1977

RIFLESSIONE:
Nel corso dell’Anno Scolastico abbiamo studiato la Storia del Novecento e ci siamo resi conto dell’orrore e delle devastazioni della guerra. Questo lavoro ci ha fatto riflettere sul fatto che, che nonostante siano trascorsi poco più di 80 anni, l’uomo ricade sempre negli stessi errori.
Il momento presente è difficile, ogni giorno i media ci danno notizia delle guerre in corso: quella tra Russia e Ucraina, che va avanti da tre anni e il conflitto tra Israele e Palestina, la cui origine ha radici molto più antiche del 7 ottobre 2023.
Si stima che nel mondo i conflitti in corso siano più di 50, ma non tutti fanno notizia, il comune denominatore è sempre lo stesso: odio, interessi economici, politici e territoriali, e a farne le spese sono sempre i più deboli: donne, bambini e anziani innocenti.
Durante quest’anno ci sono state molte vicende che hanno coinvolto anche noi italiani, per esempio l’arresto della giornalista Cecilia Sala per aver violato le leggi islamiche in Iran il 19 dicembre 2024 e liberata solo l’8 gennaio, dopo essere stata rinchiusa in un carcere di prigionieri politici. Da quando è tornata è stata intervistata svariate volte, facendoci capire e conoscere meglio una realtà opposta alla nostra.
Nell’ultimo periodo abbiamo tristemente commemorato la morte di Papa Francesco. Questo evento, oltre ad aver causato uno shock nel mondo, ha anche indirettamente contribuito a diversi incontri tra leader politici, come quello tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump, nella Basilica di San Pietro il giorno del funerale, il 26 aprile 2025, che speriamo abbia contribuito ad iniziare un dialogo costruttivo per raggiungere la pace.
La parola Guerra è sempre più sentita nel mondo e questo sottolinea quanto tendiamo a farci del male, affrontando i vari conflitti con metodi violenti al posto di risolvere pacificamente il tutto.
Dobbiamo fare memoria di tutto ciò che è accaduto in passato, per non incorrere negli stessi sbagli, ma non solo, per non dimenticare la storia del nostro paese e delle nostre origini.
Con questo contributo vogliamo far capire a pieno la parola “Pace” e diffondere parole di gentilezza, amore e soprattutto rispetto.

Bibliografia:
Mario Pucci, La lunga notte e l’alba (La guerra nell’Alto Lazio). Diario (26 ottobre 1943 - 13 giugno 1944), Orte 2005.
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